Messi gran protagonista contro la juve

Le avvisaglie si erano avute già a giugno, quando la Juventus è uscita con le ossa rotte dalla maledetta finale di Cardiff, presa a pallate da un Real Madrid che si è rivelato nettamente più forte; il recente incontro di qualificazione mondiali lcon la nazionale spagnola ha ribadito ulteriormente il concetto e mostrata la netta inferiorità della compagine azzurra nei confronti delle furie rosse spagnole; l'esordio in Champions di Juventus e Roma al cospetto di Barcellona è Atletico Madrid è stato, se possibile, ancora peggio; il Barcellona, dato per calante da tutta la nostra stampa e per giunta orfano di Neymar, ha letteralmente dominato la Juventus, mettendo in mostra un Messi stellare, evidenziando in modo imbarazzante quanto netta sia ancora la differenza tra la pulce argentina e Dybala, troppo frettolosamente incoronato come suo erede.

Nella sconfitta di barcellona sono stati evidenziati parecchi limiti della juve attuale: non pervenuto Higuain ed in Champions purtroppo non è una novità, e ciò pone seri interrogativi sulla personalità del centravanti argentino; la difesa della Juve, dopo un primo tempo tutto sommato positivo, è naufragata miseramente sotto i colpi di Messi (doppietta) e Rakitic, e a molti il crollo nel secondo tempo ha ricordato per modalità e analogie, quello della finale di Cardiff; la differenza tra barca e juve l'ha fatta il ritmo, perché come sto dicendo da inizio stagione, la squadra di Allegri sta giocando troppo sotto ritmo, e se la cosa può andar bene per il livello del campionato italiano, è assolutamente intollerabile a livello europeo dove giocando così, si paga inevitabilmente dazio.

La Roma di Di Francesco impatta contro l'Atletico Madrid, e il risultato di per sé non è male, ma quando il migliore in campo è il portiere e le statistiche registrano un solo tiro in porta, i segnali per forza di cose non possono essere positivi.
Di Francesco sta ancora cercando l'integrazione tra la squadra e i nuovi innesti, ma siamo lontani anni luce dall'affiatamento Dzeko-Salah dello scorso anno, e le distanze tra i reparti sono ancora troppo grandi vanificando così l'opera di incursione di Nainggolan, che lo scorso anno avevano portato valanghe di gol; la prestazione come detto non è da buttare anche perché di fronte la Roma si trovava l'Atletico Madrid del Cholo Simeone, compagine contro la quale non è mai semplice giocare, ma troppe cose sono da migliorare a partire da una condizione fisica che già contro l'Inter era apparsa approssimativa, e che al cospetto dell'Atletico Madrid è stata brutalmente messa in mostra con i giallorossi in debito d'ossigeno già all'inizio del secondo tempo; l'ambiente romano deve essere sufficientemente maturoda dare tempo a Di Francesco di provare a imporre le proprie idee, ma il tecnico deve evitare assolutamente di impuntarsi e ostinarsi con dogmi tattici utopistici, come fece ad esempio Zeman.

Il bel Napoli che abbiamo visto fin qui, naufraga invece in Ucraina al cospetto di una compagine molto ben organizzata ma di livello tecnico sicuramente inferiore; la gestione del turn-over è stato fino ha qui l'unico vero limite di Sarri e questo rischia di rappresentare un problema in campo internazionale dove è necessario avere rincalzi adeguati e del medesimo livello tecnico della squadra titolare; tardiva la sostituzione l'entrata in campo di Mertens, che ha comunque propiziato il rigore del definitivo due a uno.


La stampa sportiva nostrana, che certo non brilla per livello e competenza tattica, continua ad incensare il calcio italiano, ma tutti gli indicatori a cominciare dal ranking, ci propongono una storia diversa; mi ricorda molto  quando da bambini pensavamo di essere dei fuoriclasse, semplicemente perché vincevamo le partite rionali; non appena ci siamo confrontati con squadre leggermente superiori sono stati dolori e sconfitte perentorie; la medesima cosa avviene al calcio italiano, dentro ai patrii confini, i nostri calciatori sembrano degli autentici fenomeni, aiutati in questo da un livello delle squadre della serie A ai minimi storici (personalmente non avevo mai visto un divario così netto tra le prime 10 e le seconde 10 squadre della serie A), ma appena ci confrontiamo in campo internazionale succede che perdiamo di goleada piuttosto regolarmente.

La formula gironi della Champions per fortuna consente passi falsi, e le sconfitte iniziali possono essere rimediate a patto però di cominciare a vincere con regolarità, evento tutt'altro che scontato con le nostre compagini; confido che il miglioramento della condizione atletica e l'affiatamento tra i reparti consentano comunque alle nostre squadre di riprendersi da questa prima giornata piuttosto fallimentare. Speranza o illusione?